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EX-VOTO Per Grazia Ricevuta

Diversi anni fa ho cominciato a raccogliere foto da internet che ritraevano gambe, inizialmente non c’era un motivo preciso, razionale, ma mi capitava spesso, sfogliando i profili social, di incontrarne e avere voglia di salvarle. Ovviamente sceglievo quelle che andavano a finire nella cartella legs, ma anche la scelta, in principio, era istintiva, non calcolata. Col passare del tempo mi sono accorta di come, frequentando la rete, le persone, quindi non solo io, si focalizzavano sempre di più sulla pubblicazione di foto a tema, e di come cominciassero a prevalere i post fatti di immagini più che di parole. E ho cominciato anche a capire perché fossi interessata a una parte del corpo e, in particolare, alle gambe: i motivi sono prevalentemente personali, come legato alla vita privata è il motivo per cui ho deciso di realizzare un progetto connesso alla pittura. Sono motivi irrilevanti al fine di apportare una spiegazione al progetto stesso e al suo titolo ‘’Ex-voto – Per Grazia Ricevuta”. Le ragioni importanti da presentare sono altre: i dipinti qui esposti, che credo continueranno ad essere prodotti anche in futuro, in una sorta di work in progress, sono stati realizzati a partire dal primo lockdown a cui la pandemia che stiamo vivendo ci ha costretti; il mio studio si trovava, per una piccola porzione di territorio, in un altro comune, dunque mi sono ritrovata, nel giro di poche ore, a non poterlo più frequentare e a dover approntare uno studio temporaneo nel piccolo appartamento in cui vivo: in pratica il tavolo della cucina si è trasformato nel mio atelier che mi permetteva di realizzare lavori di dimensioni ridotte e su supporti quasi improvvisati.  I dipinti sono stati dunque concepiti su superfici piccole e poco preziose (durante il confinamento era difficile anche procurarsi tele e colori), caratteristiche che sono proprie degli ex-voto; più proseguivo a dipingerli più mi venivano in mente le immaginette votive (verso le quali ho sempre nutrito un particolare interesse) che ho visto nei vari santuari e chiese d’Italia e un libro pubblicato nel 1975 da Franco Maria Ricci dedicato proprio agli ex-voto: Storie di miracoli e di miracolati presentate da Giorgio Manganelli. L’introduzione è uno dei preziosi saggi che ci ha lasciato uno dei nostri scrittori più importanti, almeno per quanto mi riguarda, a cui si collega un altro suo testo precedente che è “Letteratura come menzogna”. Il nucleo fondamentale di questi testi, dove Manganelli esprime in pieno il suo pensiero estremo e paradossale, parla della percezione del mondo e non piuttosto della vista di esso, le immagini sono evocative di altre realtà, ovvero possono essere in grado di aprire delle porte alla percezione di essa. Quello che è considerato generalmente il mondo esistente non esiste, insomma, nel senso che il suo aspetto, ciò che vediamo è solo un’apparenza ingannevole: il linguaggio, i segni, gli spazi delle immagini hanno la forza di farci precipitare in un ‘’altrove’’ rivelatore. A questo proposito è in linea e estremamente illuminante ciò che scrive Cristina Campo nel testo “Una rosa” da “Gli imperdonabili”: “Percepire è riconoscere ciò che soltanto ha valore, ciò che soltanto esiste veramente. E che altro veramente esiste in questo mondo se non ciò che non è di questo mondo?”                                                                                   
Il mondo reale sta altrove, nel caso dei miei ex-voto, nell’artificio, nella simulazione della realtà, che non è una manipolazione di essa, trattandosi piuttosto di un mimetismo che ne rivela la precarietà, in un esercizio di produzione di esperienze impersonali, anonime che diventa un esercizio di sopravvivenza.

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