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portrait with butterfly (ph Marco Parollo)

 

Diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, fonda la compagnia teatrale Tanti Cosi Progetti con Danilo Conti. Recita in diverse produzioni di Tanti Cosi Progetti che partecipano a Festival e manifestazioni italiani e internazionali, ricevendo premi e riconoscimenti. Crea le performances Povera…una poveretta sono io… (Teatri ‘90 - 1a edizione), Testa a piedi (Teatri ‘90 - 2a edizione, Subway), per le quali riceve alcune segnalazioni ai Referendum UBU, Trabocca (festival di Bochum, Neuchatel), Paradise enow (che debutta al Museo dell’Arredo Contemporaneo di Russi - RA), Bunny Avatar (Magazzeno del sale di Cervia, Biblioteca Civica Gambalunga di Rimini) atte a essere rappresentate sia in ambiti teatrali e non.


All'attività teatrale affianca il lavoro con il disegno e la pittura: ultimamente ha esposto i suoi lavori alla Biblioteca Comunale di Cervia, all'interno della Biennale del Disegno di Rimini, alla mostra INVERA a cura di Massimiliano Fabbri, per l'esposizione LA SCRITTURA DISEGNATA presso il MUSAS di Santarcangelo a cura di Francesco Bocchini, Dacia Manto e Claudio Ballestracci, alla collettiva SELVATICO 3 - Il buco dentro agli occhi o il punto dietro la testa al museo delle Cappuccine di Bagnacavallo, al Goethe Institut di Bologna e ha partecipato all'esposizione Portrait of the artist as a young dog a cura di Gino Gianuizzi e Danilo Montanari. Collabora Con la galleria e casa editrice cesenate Il Vicolo diretta da Marisa Zattini.


Collabora con artisti figurativi di fama internazionale quali Margherita Manzelli alla realizzazione di performances rappresentate in ambiti espositivi (A casa di… fondazione Pistoletto - Biella, mostra a cura di Giacinto di Pietrantonio).
Partecipa al progetto Drawings Storage a cura di Giovanna Sarti.

Dal 2021 collabora con la fanzine Basito.

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Graduated in Painting at the Academy of Fine Arts of Ravenna, she founded the theater company Tanti Cosi Progetti with Danilo Conti. Acts in several productions of Tanti Cosi Progetti that participate in Italian and international festivals and events, receiving awards and recognitions. She creates the performances Povera ..una poveretta sono io.. (Theaters '90 - 1st edition), Testa a piedi (Theaters '90 - 2nd edition, Subway), for which she receives some reports at the UBU Referendum, Trabocca (festival of Bochum, Neuchatel ), Paradise enow (which debuts at the Contemporary Furniture Museum of Russi - RA), Bunny Avatar (Magazzeno del sale of Cervia, Gambalunga Civic Library of Rimini) designed to be represented in theatrical and non-theatrical contexts.

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Alongside his theatrical work, she makes drawings and paintings: lately he has exhibited her works at Public Library of Cervia, at the Rimini Design Biennial, at the INVERA exhibition curated by Massimiliano Fabbri, for the exhibition LA SCRITTURA DISEGNATA at the MUSAS in Santarcangelo curated by Francesco Bocchini, Dacia Manto and Claudio Ballestracci, at the collective SELVATICO 3 - Il buco dentro agli occhi o il punto dietro la testa at the Cappuccine museum in Bagnacavallo, at the Goethe Institut in Bologna and participated in the Portrait of the artist as a young dog curated by Gino Gianuizzi and Danilo Montanari. She collaborates with the gallery and publishing house of Cesena Il Vicolo directed by Marisa Zattini. He collaborates with internationally renowned figurative artists such as Margherita Manzelli in the performance A casa di.. at Pistoletto foundation - Biella (exhibition curated by Giacinto di Pietrantonio) and she participated in the Drawings Storage project curated by Giovanna Sarti.

From 2021 she collaborates with Basito fanzine.

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Sono nata nel 1966 e vivo a Ravenna dove lavoro con la compagnia teatrale Tanti Cosi Progetti che ho fondato nel 1993 assieme all'attore Danilo Conti e dove ho modo di collaborare con la coreografa Francesca Proia. Ho sempre creato i miei lavori a cavallo tra le arti figurative, sceniche e musicali, dunque cercherò qui di condensare quelli che sono stati i momenti più importanti del mio percorso formativo e artistico svolto finora, inserendo quello che ho scritto e hanno scritto a questo proposito e che ritengo significativo.

La mia formazione artistica avviene in senso più stretto nell'ambito delle arti figurative avendo frequentato l'accademia di belle arti, un ''imprinting'' che si farà sentire in tutti i miei lavori teatrali e performativi: ''I lavori sono emblematici per quel travaso continuo dal piano dell'installazione o dell'accadimento artistico, più vicino al mondo figurativo e della body art che a quello del teatro, sempre toccato dal segno delle figure e degli oggetti che in scena si animano e dividono responsabilità con l'attore in carne e ossa.'' (NUOVA SCENA ITALIANA - Paolo Ruffini, Stefania Chinzari - Ed.Castelvecchi) così come le creazioni pensate più specificatamente per l'ambito figurativo sono sempre legate al corpo, all'azione, alla parola. Per questa ragione trovò una perfetta collocazione una delle mie prime performance intitolata Povera, una poveretta sono io nel corso di una mostra organizzata nel foyer del Teatro Franco Parenti di Milano, durante la prima edizione di Teatri 90, tanto che decisi di riproporla nel foyer del Teatro Rasi a Ravenna dove anche in questa occasione si coglieva quel sottile confine tra teatro e body art come mi dimostrarono le parole che Marco Martinelli scrisse e mi fece avere dopo qualche giorno "Un corpo come un sacco appeso, improbabile. Faccia al muro. Non ricorda il corpo di un animale appeso in una macelleria, non c'è sangue nè carne esposta, non c'è dramma..una cosa sospesa. Il corpo, la cosa, è immobile, ferma. Sta." Il corpo è sempre stato al centro della mia ricerca, a partire dalle prime installazioni come quella organizzata a Bologna in un luogo insolito come la lavanderia a gettone Onda Blu che avevo cosparso di numerose stampe di una foto che mi ritraeva con un naso da maiale dichiaratamente finto che riproponevo di indossare ai visitatori scattandogli una foto; modalità che si riproponeva nella successiva installazione allo spazio Gangway sempre a Bologna dedicata al travestimento in una sorta di scatole cinesi; qui avevo allestito un set fotografico, simile a un palco teatrale, dove i visitatori erano invitati a farsi fotografare col costume di Giovanna d'Arco imitando la consuetudine di Santa Teresa di Lisieux a travestirsi coi panni dell'eroina francese in un gioco dove abito e corpo vanno a coincidere, sovrapporsi.

Ancora il corpo è protagonista fin dai primi lavori pittorici esposti alla mostra collettiva Area Condizionata (1991) dove Mickey Mouse e Minnie si esibiscono sullo sfondo di una tela damascata, mischiando cultura alta e bassa, maschile e femminile, come scriveva Dede Auregli "..assume le figurette di Topolino e Minnie tra i prodotti di una cultura più alta ed artigianale creando loro uno 'sfondo' di tessuto prezioso (un poco simile, questa, all'operazione di Meyer Vaisman, anche nell'uso dell'inserto scritto, del fumetto) dove la sensazione di ambiguità è accentuata proprio dalle possibilità di intercambiabilità sessuale dei due personaggi''. E così ancora nella successiva mostra collettiva Colti in castagna (1993) il corpo è protagonista (quello animale evocato nelle finte pelli scuoiate di peluche sintetico o in 'Crampi' dove le palle, sempre di peluche, sparse per la sala, presentano degli squarci che lasciano intravedere delle interiora dipinte a olio) sempre con l'intento di mischiare i linguaggi come sottolineava Edoardo Di Mauro scrivendo ''Antonella Piroli si pone contiguamente in una linea stilistica tipica di molta qualificata produzione contemporanea, in cui elementi formali del recente passato vengono rivisitati e collocati all'interno di una politica aderente ai dettami dell'estetica presente''. Poi il corpo si riduce a un'esile linea nell'affresco realizzato per La posta in gioco (1995) negli spazi dell'ex-ospedale di Rimini. Un corpo ridotto a una immobilità che manda dei rumori che sembrano provenire dalle intercapedini dei muri della stanza, in assonanza con le performance create successivamente per il teatro come Testa a Piedi (CRT Milano, Subway Milano) dove, come scrive Luca Scarlini ''Antonella, reclusa in una macchina di tortura, narra liricamente una condizione esistenziale di scacco senza rimedio, recitando le parole di un suo testo poetico in cui appare allo stesso tempo 'gabbia e guardiana' della propria vita. Un teatro quindi in cui i dettagli sono centrali nell'elaborazione di una calibratissima partitura sonora e visuale, in cui il grande e il piccolo hanno un peso espressivo paritario.". O ancora come in Paradise Enow, nella rilettura dell'immobilità del corpo sotterrato della figura Beckettiana di Winnie di Giorni Felici, sostenuta da uno sproloquiare senza senso (figura che rivisito in occasione dell'invito di Margherita Manzelli a collaborare al suo progetto 'La strategia della felicità' nell'ambito della mostra A casa di.. (2001) a cura di Giacinto di Pietrantonio), o come nello spettacolo La punta dei capelli (1994) (CRT Milano, Festival di Santarcangelo, Festival Opera Prima di Rovigo, TPO Bologna, candidatura premi UBU come miglior attrice). Fino ad arrivare al corpo che diventa spazio scenico in Trabocca dove la bocca diventa il palco di una scena minimale ''Antonella Piroli è lei stessa la protagonista delle sue performance dove il corpo si trasforma in macchina celibe, epidermide non viva e organica assieme, scenografia vivente che sovverte la materia , anzi ne postula una nuova consistenza e funzione" (Paolo Ruffini) Come scrivo nei miei contributi raccolti per il volume Resti di scena - Materiali oltre lo spettacolo ribadisco la centralità del corpo in tutto il mio lavoro ''Il punto centrale è il mio corpo, che viene trattato, deformato, parzialmente celato, abbruttito, costretto; il tentativo è quello di scavarlo in tutte le direzioni, di avvicinarsi tanto ad esso, al punto di allontanarvisi, di spersonalizzarlo, fino a farlo diventare un corpo.''

Le mie creazioni continuano a fare riferimento al corpo, anche negli ultimi disegni esposti alla Biennale del Disegno a Rimini o negli autoritratti disegnati per la mostra Selvatico 3 - Una testa che guarda ''... disegno pacificato ed esatto come da ricalco pop, precisione e asciuttezza che non lasciano spazio ad avventure del segno e altre romantiche derive; linea chiara e continua, ombre assenti. Eppure questi disegni rappresentano spesso immagini forti e spiazzanti, situazioni al limite che al contatto con la parola si accendono e innescano proiettando su di noi la loro ombra, collocandosi in una zona tra l'ingenuità e la drammaticità del diario e autobiografia. Titoli parole azioni fili cuciti che addensano l'aria caricandola di significati ambigui, di molteplici sfumature narrative, dal rosa al nero e tutto bianco; disegno che è pagina e memoria, disegno messa in scena di confessioni, dettante istruzioni per azioni più o meno probabili, come se la vita fosse una specie di film da cui estrarre e isolare spezzoni e frammenti muti da replicare all'infinito. Incipit e quasi storie, possibili finali, esercizi e istruzioni di sopravvivenza.'' (Massimiliano Fabbri)

Ph Marco Parollo

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