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Books of my life

Le journal intime de Sally Mara

di Raymond Queneau

 

''Mi sono aggrappata alla ringhiera e con l’altra mano ho cercato meccanicamente un punto di appoggio. Ho avvertito allora all’improvviso la presenza di un uomo alle mie spalle. Avevo intuito che si trattava di un gentleman e non di una donna o di un marinaio e ho udito una voce dolce e compita mormorarmi all’orecchio queste parole soccorritrici:

 

“Tenga duro, signorina”.

 

Nello stesso tempo mi sono sentita mettere nella mano rimasta libera un oggetto che aveva la rigidità di una sbarra d’acciaio e la morbidezza del velluto. L’ho afferrato convulsamente e pur stupita che quella ringhiera rimanesse tiepida malgrado la tramontana che soffiava come se fosse ancora inverno, ho potuto, grazie al suo aiuto, raggiungere sana e salva l’altra sponda.

 

L’amabile gentleman che mi aveva in tal modo accompagnato si è riassettato il mantello (a meno che non fosse un trench o un uaterpruf, era buio e non riuscivo a distinguere, inoltre tenevo timidamente gli occhi bassi). Non ho potuto vedergli il viso, distinguevo solo, tracciata sul selciato sconnesso del marciapiede, l’ombra del mantello (o del trench) (o del uaterpruf), che, da principio rigonfia, riacquistava lentamente e curiosamente una linea verticale o solo leggermente ondulata. Eravamo rimasti in silenzio; allora, benchè sapessi che non si deve rivolgere la parola a un uomo a cui non siamo state presentate, ho detto con tutta la gentilezza di cui sono capace:

 

“Grazie, signore”.

 

Ma lui non ha risposto e se l’è svignata.''

Crampi

di Marco Lodoli

 

''Cesare guarda la sua Betta. E' sdraiata a terra e ha un'erba secca tra le labbra, gli occhi un po' rossi, agitati.

Sotto la pelle le freme un muscolo. Quando lui si muove, lei si alza di scatto e lo affianca.

- Ecco le nostre ventimila e cinquecento lire, - dice Cesare quando arriva alla signorina dietro il tavolo. - Ci dia pettorali e filo.

La donna fissa sorpresa lui e la sua compagna di maratona, poi solleva gli occhi per chiedere consiglio all'uomo grasso e peloso che in piedi su una sedia pensa soprattutto a urlare: ''Due per il mondo, soldi precisi mi raccomando ''.

- Ci dia i pettorali e il filo, - ripete Cesare.

- Un momento, aspetti un momento.

- Perché devo aspettare?

- Un po' di pazienza prego.

- Allora mi ridia i soldi.

- Ma tu con chi corri? Si puo' sapere con chi corri? - interviene finalmente il signor capo dall'alto, con quel cielo arancione e afoso sulle spalle, senza staccare la bocca dal megafono.

- Con lei -. Alzando il mento Cesare indica Betta.

- Con una capra?''

Happy days

di Samuel Beckett

 

''[…] Eh, sì, così poco da dire, così poco da fare, e una tale paura, certi giorni, di trovarsi… con delle ore davanti a sé, prima del campanello del sonno, e più niente da dire, più niente da fare, che i giorni passano, certi giorni passano, passano e vanno, senza che si sia detto niente, o quasi, senza che si sia fatto niente, o quasi […]

 

Cantare troppo presto è fatale, ho scoperto. (Pausa). D’altra parte, può succeder di aspettare troppo. (Pausa). Suona il campanello del sonno, e non si è cantato. (Pausa). Tutta la giornata è volata… (sorride, il sorriso cade) …volata via, tutta quanta, e non c’è stata canzone di sorta, tipo o genere. (Pausa). Un bel problema questo. (Pausa). Non ci si può metter a cantare… così, no. (Pausa) A un tratto viene a galla, per qualche misteriosa ragione, il momento è mal scelto, e uno la ricaccia giù. (Pausa) Poi uno dice, Questo è il momento, adesso o mai più, e invece non può. (Pausa). Non riesce in nessun modo a cantare. (Pausa). Non una sola nota. (Pausa).''

Bartleby the scrivener

di Herman Melville

 

 

 

Immaginate la mia sorpresa, meglio, la mia costernazione, quando senza muoversi dal suo privato, Bartleby con voce singolarmente mite, ma ferma, replicò: “Avrei preferenza di no"

 

 

Anna

di Niccolo' Ammaniti

 

 

 

''Io a questo qui me lo sposo''. Anna stringeva Coccolone che ansimava accanto a un lago di bava e acqua. ''Ci si puo’ sposare con un cane?'' Astor allargo’ le braccia. ''Non lo so'' La ragazzina, tremando, stampo’ un bacio sul muso del maremmano e gli sussurro’ nell’orecchio buono ''Perdonami, tu sei il mio amore. E io sono una stronza''.

 

 

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